N-ACETILCISTEINA - appr
N-ACETILCISTEINA
L’acetilcisteina (o N-acetilcisteina) è un derivato N-acetilato dell’amminoacido cisteina.
L’acetilcisteina è un mucolitico derivato da un amminoacido naturale ad azione fluidificante sulle secrezioni mucose o mucopurulente delle vie respiratorie. L’attività pronta ed intensa dell’acetilcisteina sulla componente mucosa delle secrezioni è conseguente alla presenza nella molecola di un gruppo sulfidrico libero (-S-H) in grado di aggredire e scindere i legami S-S responsabili dell’aggregazione delle proteine e quindi dell’alta viscosità del muco. L’attività dell’acetilcisteina sull’eventuale componente purulenta delle secrezioni è invece dovuta alla sua capacità di depolimerizzare gli acidi nucleici. L’acetilcisteina svolge inoltre un’azione di potenziamento del sistema antiossidante rappresentato dal glutatione, uno dei più importanti meccanismi di difesa intracellulare. Nei confronti di questi ultimi, l’acetilcisteina è in grado di ridurre significativamente l’adesività alle cellule della mucosa e, promuovendo la sintesi cellulare del glutatione è anche in grado di inattivare composti istolesivi quali le polveri e gli inquinanti atmosferici che vengono frequentemente inalati ad es. dal cavallo. L’acetilcisteina quale donatore di elettroni, antagonizza i radicali liberi dell’ossigeno, principali responsabili del fenomeno infiammatorio degenerativo.
ATTIVITÀ MUCOLITICA
L’attività mucolitica dell’acetilcisteina è dovuta, probabilmente, alla sua capacità di ridurre i ponti disolfuro tipici delle proteine presenti nel muco (mucoproteine) e questo in ragione della presenza nella molecola di un gruppo sulfidrilico libero in grado di interagire con questi legami responsabili dell’aggregazione delle proteine e quindi dell’alta viscosità del muco. Come risultato dell’interscambio sulfidrile-disolfuri le molecole glicoproteiche vengono scisse in unità più piccole dotate di minore viscosità per cui vengono modificate le caratteristiche reologiche con conseguente più facile espettorazione. L’attività sulla componente purulenta delle secrezioni viene attribuita alla capacità di questo composto di depolimerizzare gli acidi nucleici (Ballarini G., et al. (1971). Nuova Veterinaria, 47 (3) 151)
Tale azione mucolitico-drenante si ritiene pertanto possa essere importante, anche per il drenaggio del liquido prostatico (1,2,3)
Per molti anni la terapia delle sindromi prostatiche croniche ha consigliato l’assunzione di androgeni, con il principio teorico di stimolare la libido, promuovere l’attività sessuale, rendere più abbondante e fluido il secreto prostatico per favorirne l’eliminazione ed evitarne il ristagno. Con lo stesso principio e forse più efficacemente si possono somministrare farmaci secretolitici e fluidificanti (tipo l’acetilcisteina) (C. Pavone, M. Pavone-Macaluso)
SUPPORTI
1. Medical Research Paper. 03. November 2011 The Role of Oxidative Stress in Prostate Inflammation Pain and Effects of N-acetylcysteine. II.Chinese Urologists’ Knowledge of and Practice Patterns for Chr.
2. Medical Research Paper. 03. November 2011Suppression of human prostate cancer PC-3 cell growth by N-acetylcysteine involves over-expression of Cyr61. Lee YJ, Lee DM, Lee CH, Heo SH, Won SY, Im JH, Cho MK, Nam HS, Lee SH.
3. Suppression of human prostate cancer PC-3 cell growth by N-acetylcysteine involves over-expression of Cyr61. Lee YJ, Lee DM, Lee CH, Heo SH, Won SY, Im JH, Cho MK, Nam HS, Lee SH. Effects of phenylethyl isothiocyanate and its metabolite on cellcycle arrest and apoptosis in LNCaP human prostate cancer cells. Hwang ES, Lee HJ.
Quanto proposto è ad esclusivo scopo informativo e non sostituisce il medico a cui bisogna rivolgersi per i problemi relativi alla salute.